Il gong

Momenti di ricerca

Un buffo bestiario di idee estreme

Vincent Van Gogh, The Starry Night, olio su tela del 1889, cm 74×92, MoMA New York

Una presentazione di Mimma De Maio, per riflettere e approfondire
Da “Helgoland”, recente pubblicazione di Carlo Rovelli
UN BUFFO BESTIARIO DI IDEE ESTREME

Ma è l’incontro con i quanti che mi ha acceso le luci colorate nel cervello. Andare a toccare la materia incandescente della realtà, là dove la realtà mette in questione i nostri pregiudizi su di essa, dice Carlo Rovelli.

La meraviglia: “Possibile che qualcosa sia reale rispetto a te e non rispetto a me?”

Interpretazione relazionale del reale
DOVE SI PARLA FINALMENTE DI RELAZIONI
Quello che la teoria dei quanti descrive è il modo in cui una parte della natura si manifesta a un’altra parte della natura.

L’interpretazione relazionale della teoria non descrive il modo in cui gli oggetti quantistici si manifestano a noi che osserviamo. Descrive come qualunque oggetto fisico si manifesta a qualunque altro oggetto fisico. Come qualunque oggetto fisico agisce su qualunque altro oggetto fisico.

Il cambio: Noi pensiamo il mondo in termini di oggetti, cose, entità: un fotone, un gatto, un sasso, un albero, un ragazzo, un paese un pianeta un ammasso di galassie… Questi oggetti non stanno ciascuno in sdegnosa solitudine. Al contrario non fanno che agire uno sull’altro. È a queste interazioni che dobbiamo guardare per comprendere la natura, non gli oggetti isolati… Il mondo che osserviamo è un continuo interagire. È una fitta rete di relazioni.
Gli oggetti sono caratterizzati dal modo in cui interagiscono. Se ci fosse un oggetto che non ha interazioni, non influenza nulla, non attira, non si fa toccare… sarebbe come non ci fosse… Il mondo che conosciamo, che ci riguarda, ci interessa, ciò che chiamiamo “realtà”, è la vasta rete di entità in interazione, che si manifestano l’una all’altra interagendo, e della quale facciamo parte. È di questa rete che ci stiamo occupando. La teoria dei quanti descrive il manifestarsi delle cose l’una all’altra.

La scoperta della teoria dei quanti è la scoperta che le proprietà di ogni cosa non sono altro che il modo con cui questa cosa influenza le altre. Esistono solo interazioni con le altre cose. La teoria dei quanti è la teoria di come le cose si influenzano e questa è la migliore descrizione della natura di cui disponiamo oggi. È un’idea semplice, ma ha due conseguenze radicali, che aprono lo spazio concettuale necessario per capire i quanti.

Le conseguenze
NIENTE INTERAZIONE, NIENTE PROPRIETÀ
Le caratteristiche di un oggetto sono il modo in cui esso agisce su altri oggetti. L’oggetto stesso non è che un insieme di interazioni su altri oggetti. La realtà è questa rete di interazioni, al di fuori della quale non si capisce neppure di cosa staremmo parlando. Invece di vedere il mondo fisico come un insieme di oggetti con proprietà definite, la teoria dei quanti ci invita a vedere il mondo fisico come una rete di relazioni di cui gli oggetti sono i nodi. Allora attribuire proprietà ad una cosa, anche quando non interagisce, è superfluo, e può essere fuorviante. È parlare di qualcosa che non esiste: non vi sono proprietà al di fuori delle interazioni.

Questo è il significato dell’intuizione originaria di Heisenberg: chiedere quale sia l’orbita dell’elettrone mentre non interagisce con nulla è una domanda senza contenuto. L’elettrone non segue un’orbita perché le sue proprietà fisiche sono solo quelle che determinano come agisce su qualcos’altro, per esempio sulla luce che emette. Se l’elettrone non sta interagendo non ha proprietà.

È un salto radicale. Equivale a dire che è necessario pensare che ogni cosa sia solamente il modo in cui agisce su qualcos’altro. Quando l’elettrone non interagisce con alcunché, non ha proprietà fisiche. Non ha posizione, non ha velocità.

Le proprietà sono relative.
IL RAREFATTO E LIEVE MONDO DEI QUANTI
Un mondo dove, invece di entità indipendenti con proprietà definite, ci sono entità che hanno proprietà e caratteristiche solo rispetto ad altre e solo quando interagiscono.

Il cielo non ha colore di per sé: ha un colore rispetto al mio occhio che lo guarda. Una stella non brilla nel cielo come entità indipendente: è un nodo di una rete di interazioni che forma la galassia in cui risiede.

Il mondo dei quanti è quindi più tenue di quello immaginato dalla vecchia fisica, è fatto solo di interazioni, accadimenti, eventi discontinui, senza permanenza. È un mondo con una trama rada come un merletto di Burano. Ogni interazione è un evento, e sono questi eventi lievi ed effimeri che costituiscono la realtà, non i pesanti oggetti carichi di proprietà assolute che la nostra filosofia poneva a supporto di questi eventi.

È la grammatica della nostra comprensione che dobbiamo accettare di modificare, come quando Anassimandro comprese la forma della Terra cambiando la grammatica delle nozioni di “sopra” e “sotto”. Gli oggetti sono descritti da variabili che prendono valore quando interagiscono e questo valore è determinato in relazione agli oggetti in interazione, non da altri… Un oggetto è uno, nessuno e centomila.

Il mondo è una rete di reciproca informazione al livello fisico più elementare, il cosmo è cambiamento, la vita è discorso, recita il frammento 115 di Democrito. Il cosmo è interazione, la vita organizza informazione relativa. Siamo un ricamo delicato e complesso della rete di relazioni di cui, al meglio che comprendiamo oggi, è costituita la realtà.