Il libro Where the Heart Beats di Kay Larson [Penguin, 2013], al momento non disponibile in italiano, racconta la vita e la carriera di John Cage, il compositore di musica contemporanea, alla luce della sua adesione alla filosofia dello zen. Opere di rottura che hanno influenzato l’arte più innovativa e provocatoria degli anni cinquanta e sessanta e ancora oggi suscitano sconcerto, come gli esempi di musica aleatoria e il famigerato “brano silenzioso”, manifestano in realtà il tentativo di raggiungere uno spazio di quiete, di emanciparsi dal gusto personale e dall’intenzione dell’ego per accettare senza giudizio il flusso delle cose. Così l’autore si sottrae al gioco della scelta e della volontà e lascia che la realtà si esprima nei suoi continui mutamenti.
Parole di John Cage citate in Kay Larson, Where The Heart Beats [traduzione di Teresa Albanese]
«C’è un testo zen intitolato La dottrina di Huang Po della Mente Universale, che per me ha significato moltissimo. Contiene questa magnifica affermazione: “Imita le sabbie del Gange, che non sono deliziate dal profumo e non sono disgustate dal sudiciume”. Dovremmo superare il bisogno di avere cose che ci piacciono e non ci piacciono.»
«Il giudizio di valore, quando è emesso, non esiste al di fuori della mente ma al suo interno. È una decisione da parte della mente, che decreta: “Questo va bene e questo no”, la decisione di eliminare qualcosa dall’esperienza. Suzuki insegnava che lo zen vuole che riduciamo questo tipo di attività dell’ego e aumentiamo l’attività che accetta il resto della creazione. E invece di imboccare la strada che è prescritta dalla pratica formale del buddhismo zen stesso, ovvero sedersi a gambe incrociate e respirare e via dicendo, ho deciso che la mia disciplina personale era quella in cui già mi ero impegnato, ovvero la produzione di musica. E che lo avrei fatto con uno strumento non meno rigoroso della pratica di sedersi a gambe incrociate, ovvero l’uso delle operazioni aleatorie, e il passaggio della mia responsabilità da quella di operare scelte a quella di porre domande.»
«La vita quotidiana è più interessante di qualsiasi forma di celebrazione, quando ne diventiamo consapevoli. E cioè quando le nostre intenzioni si azzerano. A quel punto, di colpo, ti rendi conto che il mondo è incantato.»
[John Cage citato in Kay Larson, Where The Heart Beats, traduzione di Teresa Albanese]