Il gong

Momenti di ricerca

Il vero zen

Taisen Deshimaru

Tratto da Autobiografia di un monaco zen di Taisen Deshimaru Roshi

“Durante il mio soggiorno a Saga, feci visita al Maestro Sawaki. In quei cinque anni non era cambiato, sempre così vigoroso e in perfetta armonia con l’universo.
Stupito dalla mia visita imprevista, mi accolse con un grande sorriso pieno di gioia: «Ah, finalmente sei tornato! Ne sono infinitamente felice. Ma che cosa conti di fare adesso?»
«Ebbene, ripartire da zero!»
«Sì, creare il tutto a partire dal niente!»
«Sono convinto che per me l’unica soluzione sia prendere gli ordini»
«Non farlo, non ingrossare le file di questi monaci imbastarditi che non servono a niente! Continua a fare zazen1, ma partecipando alla vita dei comuni mortali»

Tratto da Il vero Zen di Taisen Deshimaru Roshi, l’uomo che portò lo Zen in Europa.

(Indicazioni pratiche sulla postura)
“L’efficacia di zazen dipende dalla correttezza della postura: se è errata può risultare pericolosa, o almeno inefficace.
Il mio maestro diceva che una corretta curvatura della colonna vertebrale si ottiene quando si ha l’impressione che l’ano voglia guardare il sole, le gambe sono incrociate, le ginocchia piantate in terra e la testa è protesa verso il cielo, come se una pesante pietra vi gravasse sopra, e così il cielo e la terra sono uniti dalla postura. Il Maestro Dogen ha detto: «Bisogna che la colonna vertebrale sia perfettamente dritta, e il naso si trovi nel piano verticale trasversale che passa per l’ombelico, e le orecchie nel piano verticale delle spalle». Inoltre, il mento deve essere rientrato e la testa dritta: anche questa è una prescrizione importante. Bisogna, infine, che le spalle cadano con naturalezza e il ventre sia completamente disteso.”
“La mano sinistra, il palmo in alto, riposa sul palmo della mano destra, i pollici si toccano leggermente sulle punte: sono orizzontali e non devono essere tesi, il che indicherebbe un’agitazione mentale, e neppure ricadere, il che denoterebbe uno spirito torpido. Il disegno tracciato dai pollici e dalle palme ricorda la forma di un uovo. Le mani devono toccare il ventre. I gomiti non devono essere incollati al corpo e le braccia cadono con naturalezza.”
“Gli occhi vanno tenuti aperti per evitare il sonno e lo sguardo, immobile, si posa su un punto a circa un metro di distanza, con naturalezza. Non deve vagare né a destra né a sinistra, e neppure osservare quel che si trova nel suo campo visivo.”

(Indicazioni sull’atteggiamento spirituale in contemplazione)
“Quando in zazen si produce uno stato psicologico anormale, non bisogna combatterlo né assecondarlo, e non si deve fissare la mente su un’idea né concentrarla su un oggetto: i pensieri vanno considerati come nubi fluenti nel cielo e come lo scorrere di un fiume. Lo spirito è vuoto.”
“Se cercate di fermare i vostri pensieri, l’impresa sarà ardua, ma se vi liberate dalla loro morsa, potrete riuscirvi. Il Maestro Dogen ha detto «Solo tenendo la mano aperta potrete prendere, solo perdendo potrete trovare». Se una bottiglia contiene acqua, non potrete riempirla di vino, ma potrete farlo se è vuota. La mano chiusa e la bottiglia piena: ecco l’ego. Il pensiero universale, la mano aperta, la bottiglia vuota: ecco lo spirito dei buddha, la saggezza suprema”

  1. Zazen: rimanere seduti in meditazione