Il gong

Momenti di ricerca

L’alchimia e la scoperta del sé

“Lotta del Sole e della Luna”, miniatura dal trattato alchemico “Aurora Consurgens” del secolo XV (Biblioteca Centrale di Zurigo)

Marie-Louise von Franz (1915-1998), psicanalista e allieva di Carl Gustav Jung, ha studiato in particolare il significato delle figure archetipe nella mitologia e nelle fiabe. Nel libro Alchimia si occupa di antichi manoscritti alchemici di diverse origini, interpretandone il contenuto esoterico e simbolico alla luce dell’esperienza di evoluzione interiore dell’uomo.

Da Alchimia, Marie-Louise von Franz, traduzione di Renato Oliva, Bollati Boringhieri, Torino 1984:

«Se, a forza di confrontarsi e di combattere con l’inconscio, si è sofferto a sufficienza, si viene a creare nell’individuo una specie di personalità oggettiva, un nucleo che riposa in uno stato di quiete. Questo nucleo rimane tranquillo anche in mezzo alle più furiose tempeste della vita. Esso è intensamente vivo, ma non agisce né partecipa al conflitto. Coloro che hanno sofferto a lungo raggiungono spesso questa pace mentale: un bel giorno qualcosa si spezza, e il loro volto assume un’espressione quieta. In loro è nato qualcosa che sta nel centro, al di fuori del conflitto od oltre il conflitto».

«Il conflitto – val la pena di ripeterlo – è eterno e dev’essere sopportato. L’unilateralità della coscienza deve continuamente venir messa a confronto con il paradosso. […] proprio come se ci fosse una seconda coscienza dietro la coscienza, come se ci fossero due coscienze: una più superficiale coscienza operativa che svolge le funzioni ordinarie, e una coscienza più profonda che giudica con maggior distacco ciò che accade, riconoscendone la parzialità rispetto alla totalità della vita. Esiste dunque questa “coscienza dietro la coscienza”, che osserva spassionatamente le cose così come sono in quel momento».

«Il processo interiore può venir danneggiato dall’eccesso di fuoco. È questo il caso di coloro che si sforzano di realizzare il processo di individuazione; di coloro, tanto per fare un esempio, che non vanno al cinema o a una festa perché “devono stare a casa a fare i loro mandala”. Costoro desiderano forzare il processo, ma ciò è impossibile: un processo di crescita non si può forzare. Sarebbe stupido e contro natura cercare di costringere un virgulto di quercia a crescere più in fretta. È meglio innaffiarlo e concimarne le radici. Il processo di sviluppo interiore ha un suo ritmo che non può essere accelerato. Essere impazienti non serve a nulla».

«Spesso la luce si cela proprio nei temi depressivi del sogno; e gli impulsi oscuri, se vengono analizzati con amore e con un atteggiamento che accetta il paradosso, si rivelano pieni di significato». «Il vaso simboleggia l’atteggiamento che impedisce la fuga dei contenuti psichici all’esterno: l’atteggiamento introverso. L’illusione che tutti i mali sono fuori di noi deve svanire. Bisogna guardare le cose dall’interno. In tal modo “soffochiamo” il mysterium dell’inconscio. Ignoriamo che cosa sia l’inconscio, ma lo soffochiamo mediante la tecnica del blocco di ogni proiezione, intensificando il processo psicologico. Questa è una specie di tortura del fuoco, poiché quando il flusso dei pensieri psicologici è sottoposto a concentrazione aumenta d’intensità, e ci si sente come arrostiti, arrostiti in ciò che si è».