Una scelta di brani di Santa Teresa di Gesù tratti dal “Castello Interiore”, testimonianza fondamentale dell’esperienza mistica della monaca carmelitana spagnola scritta a Toledo nel 1577. Nel cuore del libro c’è l’essere umano con la propria ricerca e il proprio destino, con le possibilità concrete di realizzarsi nella duplice realtà della condizione esistenziale e della visione superiore.
È per noi una non piccola e avvilente disdetta il dover constatare che, per colpa nostra, non conosciamo noi stessi e non sappiamo nemmeno chi siamo.
Possiamo considerare la nostra anima come un castello monolitico, ricavato nel diamante, in cui vi siano mansioni, come in cielo vi sono molte dimore.
Il nostro assillo, tuttavia, si polarizza unicamente sulla rozza incastonatura o sulla cinta esterna di questo castello, ossia sul nostro corpo.
Teniamo presente che tale castello racchiude molti locali, situati alcuni in alto, altri in basso, e altri ancora ai lati. Al centro poi, in mezzo a tutti, si trova la sala principale, che è quella in cui si svolgono le relazioni più segrete tra Dio e l’anima.
Tornando al nostro splendido e delizioso castello, dobbiamo appurare innanzi tutto come possiamo entrarvi. Sembra che dica uno sproposito perché, se il castello è l’anima stessa, è tanto ovvio che non occorra entrarvi, in quanto l’individuo fa tutt’uno con esso; esattamente come parrebbe idiozia dire a uno di entrare in una stanza, quando egli vi si trova già. Dovete però sapere che c’è modo e modo di starvi. Vi sono infatti molte anime che sostano sul camminamento di ronda del castello, ossia là dove s’aggirano le sentinelle di guardia, senza darsi pensiero di entrarvi, senza sapere né cosa ci sia in quella sontuosa dimora, né chi vi abiti, né addirittura quanti locali contenga.
A quanto posso capire io, infatti, la porta per entrare nel nostro castello è l’orazione unita alla meditazione.
Mi limito soltanto ad avvertirvi che, per avanzare molto su questa strada e salire alle dimore cui aspiriamo, l’essenziale non sta nel pensare molto, bensì nell’amare molto. Fate quindi ciò che più vi sprona ad amare. Forse non sappiamo neppure che cosa significhi amare.
Potremmo attenerci allora a ciò che dice la nostra Regola: “Cercate di vivere sempre nel silenzio e nella speranza”.
D’accordo che non in tutte le mansioni potrete entrare con le sole vostre forze, per grandi che vi sembrino, se non ci pensa a introdurvi lo stesso Signore del castello. Ed è appunto per questo che, nel caso incontraste qualche resistenza, vi consiglio di non forzargli la mano, perché lo indisporreste in modo tale da portarlo a non permettervi più di entrare. Egli ha una speciale predilezione per l’umiltà.
[Santa Teresa di Gesù, Il Castello Interiore, Edizione O.C.D. 1982]