Il gong

Momenti di ricerca

Il fine della musica

Il maestro di musica Swami Haridas con il discepolo Tansen e l’imperatore Akbar, Miniatura indiana del 1750

Un giorno, una donna che mi insegnava la musica indiana pose la questione di quale fosse il fine della musica indiana. Secondo lei, i maestri avevano detto che era quello di calmare il cuore, lenire il dolore e rendere l’uomo più atto a ricevere il potere degli dei. La sua affermazione mi penetrò nel cuore.

Poi successe qualcosa di veramente sorprendente. Lou Harrison, che stava facendo una ricerca sulla musica inglese antica, scoprì che il compositore Thomas Mace, del diciassettesimo secolo, aveva detto praticamente la stessa cosa, usando quasi le stesse parole. In quel momento compresi che quello era il vero fine della musica. E allo stesso tempo mi resi conto che le basi dell’arte prerinascimentale erano le stesse, sia in Oriente, sia in Occidente; ma, mentre in Asia l’arte aveva continuato a seguire il cammino della verità, in Occidente il Rinascimento aveva introdotto la concezione di espressione individuale che è, indubbiamente, una eresia.

John Cage

[Da: Keith Jarrett, Il mio desiderio feroce, Edizioni Socrates 1994]